Il perché della nostra presenza a Lecco
L’Opera Don Guanella a Lecco risponde al bisogno di accoglienza e accompagnamento di bambini e ragazzi in grave rischio di esclusione. L’evoluzione pedagogica e normativa del nostro Paese nel settore della tutela dei minorenni, hanno favorito un processo di rinnovamento dei servizi offerti, nella direzione di un’attenzione crescente con i bisogni emergenti nel territorio: minori stranieri non accompagnati, ragazzi soli, adolescenti e giovani provenienti dal circuito penale minorile.
Breve storia
La storia della nostra Casa di Lecco prende vita nel 1910 come orfanotrofio maschile, ad opera del canonico lecchese don Salvatore Dell’Oro, con la denominazione “Istituto Alessandro Manzoni”.
Nel 1933 don Dell’Oro affida l’Istituto alla Congregazione dei Servi della Carità, che gode della collaborazione di un gruppo delle Suore Sacramentine di Bergamo. Si inizia con una ventina di ragazzi (dai 6 ai 12 anni), ma a fine dello stesso anno gli ospiti saranno già cinquanta. Si acquista un grande prato antistante l’edificio che, con l’aiuto dei ragazzi, viene trasformato in campo di calcio. La squadra dell’orfanotrofio gareggia nei campetti di tutto il territorio: ciò contribuisce a creare maggiori legami esterni, consentendo ai ragazzi l’incontro con i coetanei al di fuori dell’Istituto. L’Opera Don Guanella ha sempre mirato ad aprirsi alla città e al territorio e questa caratteristica distingue la comunità anche ai nostri giorni.
Nel 1940, a causa della guerra, i tempi si fanno più difficili, le richieste aumentano: le presenze salgono a 180!
Nel 1942 si apre una scuola elementare all’interno, dapprima privata poi legalmente riconosciuta.
Per le vicende della guerra il fabbricato subisce sensibili danni; i ragazzi sono costretti a sfollare per un anno e rientrano a settembre 1945. Nel 1955 iniziano i lavori di costruzione di una nuova ala che comprende il laboratorio di meccanica, la tipografia, le camere degli artigianelli-apprendisti.
Negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo mutano le situazioni. Gli orfani diminuiscono, aumentano i bambini che vivono in famiglie in tali difficoltà da non avere forze e possibilità per aiutare i loro figli a crescere, dare loro affetto, attenzione, educazione, regole.
Nel 1974 l’Opera don Guanella decide di trasformare l’Orfanotrofio in Istituto e accoglie 100 ragazzi. Non si punta però solo alle cose materiali, ma si «sollecita sempre la presenza dei genitori, nei momenti di gioia e di fede. Inoltre più famiglie assieme portano ad un comportamento comunitario, indispensabile ad una migliore convivenza».
Negli anni successivi i guanelliani iniziano una riflessione sull’operato della Casa e sulla missione verso i poveri. Forse Lecco non ha più bisogno di Istituti e scuole: i nuovi bisogni che reclamano attenzione sono altri e pertanto si decide un’altra svolta. Nell’ottobre 1989 viene avviata una prima esperienza di Comunità Alloggio. Dal 21 aprile 1992, per due anni si lavora per la ristrutturazione con l’obiettivo di realizzare tre appartamenti e di trasformare i modi di lavorare: da Istituto a Comunità, da assistenza scolastica a educazione “familiare”; da 190 a 30 ragazzi.
All’interno della struttura vengono ristrutturati spazi per la costituzione di tre Comunità, che vedono la luce a partire dal settembre 1996, in ognuna delle quali vengono accolti 10 ragazzi maschi sotto i 18 anni.
Nel frattempo, i guanelliani scelgono di lavorare fianco a fianco con i laici condividendo con loro le responsabilità e il lavoro quotidiano. I laici, con ruoli diversi, entrano a far parte della famiglia guanelliana e, insieme ai religiosi, rendono possibile il lungo percorso di differenziazione dei servizi offerti dalla Casa, al fine di poter rispondere in maniera sempre più personalizzata ed efficace alle diverse esigenze dei minori accolti. Con atto notarile nel 2001 la denomina della Casa cambia ufficialmente: da “Istituto Manzoni” a “Casa Don Guanella – Comunità educativa”.
Servizi presenti
La Casa comprende due Comunità Educative che possono accogliere fino ad un massimo di 10 ragazzi ciascuna; un Centro Educativo Diurno disponibile ad accogliere 10/15 ragazzi; Appartamenti dedicati a giovani maggiorenni rimasti legati alla nostra Casa e/o senza famiglia.
Il servizio delle due Comunità Educative si caratterizza per una forte attenzione all’età dell’adolescenza e in risposta a bisogni di crescita e di definizione di una propria identità. Accanto alle attività educative determinate dal “vivere con”, si favoriscono dunque percorsi fortemente orientati all’emancipazione, anche attraverso la sperimentazione di attività che permettano di affacciarsi nell’età adulta. Si promuove una forte attenzione al percorso scolastico con particolare attenzione alla formazione professionale, tecnica o comunque di orientamento al lavoro. Proprio l’orientamento al lavoro e alle professioni, accanto all’emancipazione socio-economica, può infatti rappresentare un motivo di riscatto sociale o comunque di migliore interpretazione di sé.
Il Centro Educativo Diurno (CED) offre accoglienza cercando, al tempo stesso, di valorizzare ed accompagnare la risorsa familiare, al fine di evitare l’eccessiva istituzionalizzazione del disagio stesso e l’evento lacerante della separazione del minore dai propri familiari. Il CED rappresenta dunque un tentativo di prendere in carico il disagio intrafamiliare attraverso un approccio sistemico e l’impiego di personale specialistico dedicato allo scopo. Qui si sperimentano inoltre forme pedagogiche diversificate ed innovative quali le esperienze senso-cognitive, attraverso l’allestimento di laboratori condotti da personale specifico.
La Casa accoglie circa 20 ragazzi nelle due comunità residenziali; circa 10 ragazzi nel Centro Educativo Diurno; circa 10 ragazzi, ormai maggiorenni, che ospitiamo seppure informalmente e senza un mandato delle istituzioni.
All’interno della Casa lavorano 15 educatori professionali, 1 maestro di lavoro, 4 persone che si occupano dei servizi generali.
Sogni per il futuro
Il progetto di agricoltura sociale “Cascina Don Guanella”, inaugurato il 18 gennaio 2014 alla presenza del Ministro Cècile Kyenge, con il Patrocinio del Ministero per l’Integrazione, vuole offrire un luogo per l’accoglienza e la cura del disagio, la formazione e l’inserimento lavorativo di una parte dei minori e giovani a rischio di emarginazione accolti in comunità.
Da allora, importanti passi si sono fatti: i giovani della comunità hanno potuto partecipare a diverse attività, accompagnati dagli operatori, tra le quali la vendemmia e la produzione del mosto, la raccolta delle olive e dei frutti della terra. Si tratta delle prime esperienze, che ci saranno utili per il futuro.
Anche il sostegno ricevuto, la risposta del territorio, ci sembrano confermare come il Progetto “Cascina Don Guanella” si ponga nel solco di una forma di welfare di domani, societario e di comunità, che si fonda sul benessere generato innanzitutto dall’operatività, creatività e soggettività della comunità locale.
Dicono di noi
«Ho conosciuto la comunità di Lecco quando sono arrivato qui come Vicario Episcopale all’inizio del 2006. Ricordo un primo cordiale incontro con don Agostino che mi ha spiegato l’attività e soprattutto lo spirito della Casa “Don Guanella” di Lecco. Già in precedenza avevo però avuto diverse occasioni di incontro con l’opera guanelliana, ed in particolare ero stato colpito dai luoghi di origine di don Luigi Guanella – Fraciscio, Gualdera – luoghi che ancora oggi ispirano il fascino di un messaggio di povertà e semplicità, di umiltà e serena fiducia nel Signore. Ho celebrato diverse volte presso la vostra Casa e ho percepito un bel clima di familiarità, di amicizia, di condivisione, di rispetto e di gioia. Mi sono detto: “Qui siamo realmente in una casa”, ed è l’impressione che si è confermata in me quando poi ho visitato i diversi spazi della comunità» (don Bruno Molinari, ex Vicario Episcopale).
«Mi pare si possa dire che in termini di serietà, di know how, di strutture, di professionalità e di esperienze realizzate, la Casa “Don Guanella” costituisca a Lecco un presidio irrinunciabile per i giovani problematici e disagiati, un interlocutore imprescindibile per l’Ente pubblico locale e una risorsa preziosa per tutto il territorio. Più che un consiglio, posso esprimere – e lo faccio volentieri – un incoraggiamento a tutta l’équipe del “Don Guanella”: che continuino, con la stessa professionalità, e con la stessa convinzione, nel dovere della “prossimità”, nella strada intrapresa di innovazione nei servizi e di affinamento ulteriore della sensibilità verso i problemi dei giovani, in continua, e spesso drammatica evoluzione. Infine, un augurio: che la Casa “Don Guanella” di Lecco continui a trovare affiancati Enti pubblici solleciti e collaboranti, nonché Enti, aziende e privati generosi, in grado di sostenere concretamente, con i necessari apporti finanziari, il prezioso lavoro di inclusione sociale svolto da questa antica e sempre giovane Istituzione» (Mario Romano Negri, Presidente Onorario Fondazione Comunitaria del Lecchese).
«Ho conosciuto Casa don Guanella nel 1980 grazie ad un’amica che mi ha invitata a partecipare alla S. Messa celebrata in comunità. Da lì sono nati dei rapporti sempre più profondi e, la mia partecipazione, è andata aumentando con il passare del tempo. Di preciso non so da dove nasca la mia esperienza e la mia passione per il “sociale”, ma ha potuto esprimersi compiutamente solo quando ho raggiunto la condizione di pensionata. Prima, con l’impegno lavorativo, non riuscivo a fare grandi cose. Dopo qualche anno, l’allora direttore della Casa, mi ha proposto di diventare “cooperatrice”. È stata dunque una scelta in parte “guidata”, ma che mi ha spinto a partecipare con maggiore costanza ed interesse. Mi è difficile spiegare cosa significhi “cooperatore guanelliano” e cosa distingue questa figura dal volontario: per alcuni significa adesione morale a dei principi ben precisi, per altri un voler fare una scelta di volontariato. Essendo una sorta di “promessa”, per me significa aderire ad entrambi gli aspetti. Un cooperatore è una persona che decide di aderire ad una proposta che è innanzitutto orientata alla fede, al carisma guanelliano» (Mariadele, Cooperatrice guanelliana).