I Padri Guanelliani in Israele

22 Aprile 2022
Nel cuore storico di Nazareth, a poca distanza dalla Basilica dell’Annuciazione, e nel ex-convento delle Clarisse è situata un’opera in favore dei disabili di Nazareth e dei dintorni: Holy Family School – Opera Don Guanella. Il Centro da ormai quasi 50 anni si occupa dell’accoglienza di allievi con disabilità ed include i seguenti quadri: asilo per bambini autistici (da un anno a tre anni), asilo e scuola per i disabili (da tre a ventuno anni), e infine un social club che nel pomeriggio svolge attività socio ricreative.
Indipendentemente da questo impegno è l’esperienza nuova nella Congregazione dei Guanelliani: “La Casa dell’Amicizia” in Gerusalemme-Betania. È una presenza di preghiera e di contemplazione che trova senso e significato nel Fondatore stesso che amava passare lunghi momenti in preghiera e in adorazione del Santissimo Sacramento. Fratel Carlo dopo essersi speso per il bene dei prediletti del Signore nella Scuola di Nazareth, ora desidera donare direttamente a Dio il suo tempo, la sua preghiera a la sua vita, in attesa che anche altri approdino con lui a questa esperienza.
Altri impegni e responsabilità assunti dai padri guanelliani al servizio della chiesa locale e dell’umanità includono: l’assistenza spirituale nel Ospedale Italiano dei Fatebenefratelli a Nazareth e la cura parrocchiale dei cristiani del villaggio di Mukeible.

Il perché della nostra presenza a Milano

L’Opera Don Guanella a Milano risponde al bisogno di assicurare assistenza spirituale e sostegno ai bisognosi.

Breve storia

Nel 1902 don Guanella affittava alcuni locali poco distanti da S. Ambrogio ad Nemus, avviando una Casa dedicata a San Gaetano da Thiene per accogliere “i figli poveri del territorio”, dando loro una famiglia, un’educazione e una formazione. Inizialmente, di duecento ragazzi accolti, la maggior parte frequentava le scuole elementari e medie, i restanti erano impiegati nelle officine (botteghe, come per es. sartoria e calzoleria). Nel 1908 il fenomeno dell’immigrazione, che spingeva soprattutto la gente del sud a cercare lavoro e stabilità al nord, fece sì che l’Istituto aprisse le porte a quegli operai poveri che avevano bisogno di un tetto per dormire.
L’Istituto venne trasferito nel 1928 in via Mac Mahon 92. Durante la Seconda Guerra Mondiale, proprio per il continuo desiderio di mettersi a disposizione dei bisognosi, vennero accolti nella struttura duecento figli di coloni, tutti alunni delle scuole elementari, provenienti dalla Libia, fuggiti dalla guerra.
Nella primavera 1954 viene costruita la chiesa dedicata a San Gaetano da Thiene, eretta come Parrocchia nel 1955 e consacrata nel 1960 dal card. Giovanni Battista Montini, poi Papa Paolo VI. Nel 1965 si completa l’opera parrocchiale con la costruzione dell’Oratorio “San Gaetano”.
Nel 1999 con la ristrutturazione, l’Istituto assume una nuova fisionomia, erogando un insieme di servizi a favore della famiglia, dei ragazzi, dei giovani e delle persone in difficoltà.

Servizi presenti

All’interno della Casa sono presenti diversi servizi: un servizio di seconda accoglienza per persone senza fissa dimora, la “Casa di Gastone”;

un Centro educativo diurno per minori con disagi socio-economico;

due comunità per minori stranieri non accompagnati, “Il Sicomoro” e “Comunità Talitakum”; un teatro con finalità sociale; un convitto che ospita ragazzi universitari;

una chiesa parrocchiale con 8.300 parrocchiani e l’Oratorio.

L’Istituto “San Gaetano” accoglie 20 minori nelle due comunità, 20 ospiti accolti in casa di Gastone, 60 ragazzi frequentanti il centro educativo diurno e 20 ragazzi/e ospiti del convitto universitario.
Oltre alla comunità religiosa, l’Istituto San Gaetano ha 22 dipendenti.
L’Istituto ospita inoltre una serie di servizi che fanno capo ad altri enti, quali una scuola media e superiore “Don Bosco Village School” gestita da una cooperativa sociale; un centro diurno per bambini disabili “L’abilità onlus”; due comunità per minori gestite da “Spazio Aperto Servizi”.

Sogni per il futuro

Il nostro sogno per il futuro è fare sempre più spazio a chi ne ha bisogno. Abbiamo in progetto la costituzione di una seconda comunità per minori stranieri non accompagnati che, dopo un primo percorso di accompagnamento educativo, vengono accolti con un progetto di semi-autonomia fino al raggiungimento di quelle risorse e competenze personali che gli permettano una gestione autonoma della propria vita.
Un altro progetto è l’ampliamento del servizio di terza accoglienza della “Casa di Gastone”, ovvero, l’inserimento in appartamento di quelle persone che hanno già intrapreso un percorso di semi-autonomia e dimostrano di essere autosufficienti, per accompagnarle durante l’ultimo step fino a portarle ad uno stato di completa gestione autonoma delle proprie risorse.
Pure sarebbe importante l’implementazione del servizio DSA del centro educativo diurno, con lo scopo di supportare i minori che accogliamo nella conoscenza delle proprie modalità di apprendimento.
Altri progetti riguardano la creazione di nuovi laboratori creativi a scopo educativo per minori con disagio sociale e l’utilizzo del teatro come mezzo per educare e per promuovere una cultura della vita e della solidarietà sociale.

Per quanto riguarda invece la Parrocchia di San Gaetano, è ormai parte di un più ampio disegno di configurazione ecclesiale che vede la nostra esperienza guanelliana attiva in una comunità pastorale allargata.

Il perché della nostra presenza a Lora

L’Opera Don Guanella a Lora promuove una comunità educativa per la promozione integrale di persone in condizione di disabilità e di disagio psichico, quelle che don Guanella chiamava “buoni figli”.

Breve storia

Agli inizi del 1946, la “Casa Divina Provvidenza” di Como è alla ricerca di un terreno da destinare a coltivazione agricola, con l’obiettivo di avviare al lavoro dei campi i ragazzi ospitati nell’Istituto e, successivamente, di creare la possibilità di un loro inserimento lavorativo sul territorio. Il parroco di Lora, don Giuseppe Maiocchi, si mette in contatto con i coniugi Grassi che in precedenza gli avevano manifestato la volontà di donare la loro tenuta di Lora ad una istituzione benefica, in ricordo del figlio Gino, sottotenente di artiglieria, deceduto nel 1941 in Libia. L’attività della colonia agricola “Casa di Gino” comincia il 4 settembre 1946 con l’arrivo a Lora dei primi religiosi con alcuni ragazzi. Da qui ha inizio la riorganizzazione della tenuta con la programmazione della produzione e la preparazione dell’abitazione. Negli anni successivi vengono edificati serre, pollai, conigliere e stalle.
Nel 1992 si dà inizio alla costruzione di un nuovo Centro Residenziale, composto di 3 comunità alloggio, accreditate nel 2005 come Comunità Socio Sanitaria (CSS) e viene aperta la comunità “Luigi Guanella” (ora denominata “San Luigi Guanella”), accreditata poi nel 2016. Nel 2012 si procede con l’accreditamento del Centro Diurno Disabili “La Magnolia”. Dal 1 maggio 2018 si attiva per il percorso alle autonomie nella Casa “Mons. Aurelio Bacciarini”.

Servizi presenti

La Casa di Gino offre al territorio 3 Comunità socio sanitarie per disabili (CSS) accreditate per 30 ospiti; 1 Comunità alloggio per disabili (CAH) per 8 ospiti; 1 Centro diurno disabili (CDD) accreditato per 30 ospiti; appartamenti per Social Housing che comprendono 2 alloggi per l’autonomia e l’inclusione sociale, 1 appartamento per nucleo famigliare da 4 persone o per accoglienza mamma/bambino, 4 alloggi per soggetti disabili; un’azienda agricola composta da allevamento, serre ed orto, e un negozio per la vendita diretta dei prodotti di produzione propria.

La Casa di Gino accoglie 40 ospiti interni e 2 esterni che frequentano esclusivamente il Centro diurno disabili (CDD).
Oltre che dalla comunità religiosa, la Casa di Gino è portata avanti da 31 dipendenti.

Sogni per il futuro

La Casa di Gino vuole essere un luogo di accoglienza, di cura, di formazione e di lavoro. Un contesto inclusivo in cui trovare risposte efficaci per incoraggiare all’autonomia.
Lavoriamo sui percorsi di autonomia personale attraverso gli strumenti della casa e del lavoro. Nel 2015 abbiamo avviato il progetto di Housing Sociale “Fermarsi non si può”, per offrire una risposta articolata e innovativa a favore di soggetti disabili per i quali è possibile ipotizzare percorsi graduali di accompagnamento all’autonomia abitativa.
Promuoviamo il lavoro come strumento educativo che offre dignità, senso di responsabilità e competenze, stiamo progettando nuovi strumenti per favorire percorsi di inclusione e apertura al territorio.
Abbiamo l’idea di realizzare oggi un forno per la panificazione e un agriturismo e domani un mulino, tutto pensato all’interno di una filiera in cui il primo bacino di distribuzione sia la Casa stessa, per aprirsi poi al territorio ed ad altre realtà sociali.

Il perché della nostra presenza a Lecco

L’Opera Don Guanella a Lecco risponde al bisogno di accoglienza e accompagnamento di bambini e ragazzi in grave rischio di esclusione. L’evoluzione pedagogica e normativa del nostro Paese nel settore della tutela dei minorenni, hanno favorito un processo di rinnovamento dei servizi offerti, nella direzione di un’attenzione crescente con i bisogni emergenti nel territorio: minori stranieri non accompagnati, ragazzi soli, adolescenti e giovani provenienti dal circuito penale minorile.

Breve storia

La storia della nostra Casa di Lecco prende vita nel 1910 come orfanotrofio maschile, ad opera del canonico lecchese don Salvatore Dell’Oro, con la denominazione “Istituto Alessandro Manzoni”.
Nel 1933 don Dell’Oro affida l’Istituto alla Congregazione dei Servi della Carità, che gode della collaborazione di un gruppo delle Suore Sacramentine di Bergamo. Si inizia con una ventina di ragazzi (dai 6 ai 12 anni), ma a fine dello stesso anno gli ospiti saranno già cinquanta. Si acquista un grande prato antistante l’edificio che, con l’aiuto dei ragazzi, viene trasformato in campo di calcio. La squadra dell’orfanotrofio gareggia nei campetti di tutto il territorio: ciò contribuisce a creare maggiori legami esterni, consentendo ai ragazzi l’incontro con i coetanei al di fuori dell’Istituto. L’Opera Don Guanella ha sempre mirato ad aprirsi alla città e al territorio e questa caratteristica distingue la comunità anche ai nostri giorni.
Nel 1940, a causa della guerra, i tempi si fanno più difficili, le richieste aumentano: le presenze salgono a 180!
Nel 1942 si apre una scuola elementare all’interno, dapprima privata poi legalmente riconosciuta.
Per le vicende della guerra il fabbricato subisce sensibili danni; i ragazzi sono costretti a sfollare per un anno e rientrano a settembre 1945. Nel 1955 iniziano i lavori di costruzione di una nuova ala che comprende il laboratorio di meccanica, la tipografia, le camere degli artigianelli-apprendisti.
Negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo mutano le situazioni. Gli orfani diminuiscono, aumentano i bambini che vivono in famiglie in tali difficoltà da non avere forze e possibilità per aiutare i loro figli a crescere, dare loro affetto, attenzione, educazione, regole.
Nel 1974 l’Opera don Guanella decide di trasformare l’Orfanotrofio in Istituto e accoglie 100 ragazzi. Non si punta però solo alle cose materiali, ma si «sollecita sempre la presenza dei genitori, nei momenti di gioia e di fede. Inoltre più famiglie assieme portano ad un comportamento comunitario, indispensabile ad una migliore convivenza».
Negli anni successivi i guanelliani iniziano una riflessione sull’operato della Casa e sulla missione verso i poveri. Forse Lecco non ha più bisogno di Istituti e scuole: i nuovi bisogni che reclamano attenzione sono altri e pertanto si decide un’altra svolta. Nell’ottobre 1989 viene avviata una prima esperienza di Comunità Alloggio. Dal 21 aprile 1992, per due anni si lavora per la ristrutturazione con l’obiettivo di realizzare tre appartamenti e di trasformare i modi di lavorare: da Istituto a Comunità, da assistenza scolastica a educazione “familiare”; da 190 a 30 ragazzi.
All’interno della struttura vengono ristrutturati spazi per la costituzione di tre Comunità, che vedono la luce a partire dal settembre 1996, in ognuna delle quali vengono accolti 10 ragazzi maschi sotto i 18 anni.
Nel frattempo, i guanelliani scelgono di lavorare fianco a fianco con i laici condividendo con loro le responsabilità e il lavoro quotidiano. I laici, con ruoli diversi, entrano a far parte della famiglia guanelliana e, insieme ai religiosi, rendono possibile il lungo percorso di differenziazione dei servizi offerti dalla Casa, al fine di poter rispondere in maniera sempre più personalizzata ed efficace alle diverse esigenze dei minori accolti. Con atto notarile nel 2001 la denomina della Casa cambia ufficialmente: da “Istituto Manzoni” a “Casa Don Guanella – Comunità educativa”.

Servizi presenti

La Casa comprende due Comunità Educative che possono accogliere fino ad un massimo di 10 ragazzi ciascuna; un Centro Educativo Diurno disponibile ad accogliere 10/15 ragazzi; Appartamenti dedicati a giovani maggiorenni rimasti legati alla nostra Casa e/o senza famiglia.
Il servizio delle due Comunità Educative si caratterizza per una forte attenzione all’età dell’adolescenza e in risposta a bisogni di crescita e di definizione di una propria identità. Accanto alle attività educative determinate dal “vivere con”, si favoriscono dunque percorsi fortemente orientati all’emancipazione, anche attraverso la sperimentazione di attività che permettano di affacciarsi nell’età adulta. Si promuove una forte attenzione al percorso scolastico con particolare attenzione alla formazione professionale, tecnica o comunque di orientamento al lavoro. Proprio l’orientamento al lavoro e alle professioni, accanto all’emancipazione socio-economica, può infatti rappresentare un motivo di riscatto sociale o comunque di migliore interpretazione di sé.
Il Centro Educativo Diurno (CED) offre accoglienza cercando, al tempo stesso, di valorizzare ed accompagnare la risorsa familiare, al fine di evitare l’eccessiva istituzionalizzazione del disagio stesso e l’evento lacerante della separazione del minore dai propri familiari. Il CED rappresenta dunque un tentativo di prendere in carico il disagio intrafamiliare attraverso un approccio sistemico e l’impiego di personale specialistico dedicato allo scopo. Qui si sperimentano inoltre forme pedagogiche diversificate ed innovative quali le esperienze senso-cognitive, attraverso l’allestimento di laboratori condotti da personale specifico.
La Casa accoglie circa 20 ragazzi nelle due comunità residenziali; circa 10 ragazzi nel Centro Educativo Diurno; circa 10 ragazzi, ormai maggiorenni, che ospitiamo seppure informalmente e senza un mandato delle istituzioni.
All’interno della Casa lavorano 15 educatori professionali, 1 maestro di lavoro, 4 persone che si occupano dei servizi generali.

Sogni per il futuro

Il progetto di agricoltura sociale “Cascina Don Guanella”, inaugurato il 18 gennaio 2014 alla presenza del Ministro Cècile Kyenge, con il Patrocinio del Ministero per l’Integrazione, vuole offrire un luogo per l’accoglienza e la cura del disagio, la formazione e l’inserimento lavorativo di una parte dei minori e giovani a rischio di emarginazione accolti in comunità.

Da allora, importanti passi si sono fatti: i giovani della comunità hanno potuto partecipare a diverse attività, accompagnati dagli operatori, tra le quali la vendemmia e la produzione del mosto, la raccolta delle olive e dei frutti della terra. Si tratta delle prime esperienze, che ci saranno utili per il futuro.

Anche il sostegno ricevuto, la risposta del territorio, ci sembrano confermare come il Progetto “Cascina Don Guanella” si ponga nel solco di una forma di welfare di domani, societario e di comunità, che si fonda sul benessere generato innanzitutto dall’operatività, creatività e soggettività della comunità locale.

Dicono di noi

«Ho conosciuto la comunità di Lecco quando sono arrivato qui come Vicario Episcopale all’inizio del 2006. Ricordo un primo cordiale incontro con don Agostino che mi ha spiegato l’attività e soprattutto lo spirito della Casa “Don Guanella” di Lecco. Già in precedenza avevo però avuto diverse occasioni di incontro con l’opera guanelliana, ed in particolare ero stato colpito dai luoghi di origine di don Luigi Guanella – Fraciscio, Gualdera – luoghi che ancora oggi ispirano il fascino di un messaggio di povertà e semplicità, di umiltà e serena fiducia nel Signore. Ho celebrato diverse volte presso la vostra Casa e ho percepito un bel clima di familiarità, di amicizia, di condivisione, di rispetto e di gioia. Mi sono detto: “Qui siamo realmente in una casa”, ed è l’impressione che si è confermata in me quando poi ho visitato i diversi spazi della comunità» (don Bruno Molinari, ex Vicario Episcopale).

«Mi pare si possa dire che in termini di serietà, di know how, di strutture, di professionalità e di esperienze realizzate, la Casa “Don Guanella” costituisca a Lecco un presidio irrinunciabile per i giovani problematici e disagiati, un interlocutore imprescindibile per l’Ente pubblico locale e una risorsa preziosa per tutto il territorio. Più che un consiglio, posso esprimere – e lo faccio volentieri – un incoraggiamento a tutta l’équipe del “Don Guanella”: che continuino, con la stessa professionalità, e con la stessa convinzione, nel dovere della “prossimità”, nella strada intrapresa di innovazione nei servizi e di affinamento ulteriore della sensibilità verso i problemi dei giovani, in continua, e spesso drammatica evoluzione. Infine, un augurio: che la Casa “Don Guanella” di Lecco continui a trovare affiancati Enti pubblici solleciti e collaboranti, nonché Enti, aziende e privati generosi, in grado di sostenere concretamente, con i necessari apporti finanziari, il prezioso lavoro di inclusione sociale svolto da questa antica e sempre giovane Istituzione» (Mario Romano Negri, Presidente Onorario Fondazione Comunitaria del Lecchese).

«Ho conosciuto Casa don Guanella nel 1980 grazie ad un’amica che mi ha invitata a partecipare alla S. Messa celebrata in comunità. Da lì sono nati dei rapporti sempre più profondi e, la mia partecipazione, è andata aumentando con il passare del tempo. Di preciso non so da dove nasca la mia esperienza e la mia passione per il “sociale”, ma ha potuto esprimersi compiutamente solo quando ho raggiunto la condizione di pensionata. Prima, con l’impegno lavorativo, non riuscivo a fare grandi cose. Dopo qualche anno, l’allora direttore della Casa, mi ha proposto di diventare “cooperatrice”. È stata dunque una scelta in parte “guidata”, ma che mi ha spinto a partecipare con maggiore costanza ed interesse. Mi è difficile spiegare cosa significhi “cooperatore guanelliano” e cosa distingue questa figura dal volontario: per alcuni significa adesione morale a dei principi ben precisi, per altri un voler fare una scelta di volontariato. Essendo una sorta di “promessa”, per me significa aderire ad entrambi gli aspetti. Un cooperatore è una persona che decide di aderire ad una proposta che è innanzitutto orientata alla fede, al carisma guanelliano» (Mariadele, Cooperatrice guanelliana).

Il perché della nostra presenza a Gozzano

L’Opera Don Guanella a Gozzano accoglie ragazzi in difficoltà, per aiutarli a crescere in modo sereno.

Breve storia

Casa “San Giuseppe” è stata fondata a Gozzano nel 1877 da Caterina Riboldi, maestra elementare, nel luogo in cui nel 1843 il sacerdote Giulio Bonfantini aveva già aperto un collegio, poi chiuso alla sua morte.
La Riboldi, con l’aiuto di due cugini, ha dato avvio a una comunità per l’assistenza a fanciulli e fanciulle, anziani e anziane, minorati fisici e psichici. Viene pure istituita una scuola elementare privata.
Nel 1923 la Casa, che attraversava un momento di difficoltà a causa della guerra, viene affidata dal Vescovo di Novara mons. Giuseppe Gamba, all’Opera don Guanella, che provvede al rifacimento totale e all’ampliamento dell’istituto. I giovani ospitati, 15 nel 1923, diventano circa 200 nel giro di qualche decennio.
Negli anni ’90 dello scorso secolo prende avvio una nuova fase per la Casa, caratterizzata da una riduzione del numero degli ospiti in vista di una presa in carico più incisiva: inizia la collaborazione con i servizi sociali territoriali del C.I.S.S. (Consorzio Intercomunale per i Servizi Socio Sanitari) di Borgomanero e con il Comune di Gozzano per offrire la risposta ai vari problemi sociali del territorio.

Servizi presenti

Attualmente la Casa “San Giuseppe” ospita al suo interno il progetto “Facciamo Centro”, un servizio di doposcuola e “Casa Angela”, un servizio di social housing.
Il progetto “Facciamo Centro” consiste in un Centro Educativo per i Minori (CEM), cui si accede su richiesta dei servizi sociali o con iscrizione diretta da parte delle famiglie.

L’accoglienza copre normalmente la fascia pomeridiana, dal termine delle lezioni scolastiche alle 18, con ampliamenti di orario durante le vacanze estive.

Il doposcuola educativo è riservato ai bambini delle scuole elementari.
Il servizio “Casa Angela” di social housing temporaneo accoglie donne, con o senza figli minori, che al termine di un percorso di presa in carico da parte dei servizi sociali, possono progettare la propria autonomia.
Casa “San Giuseppe” accoglie circa 50 minori per i servizi diurni e 4 nuclei famigliari per il servizio di social housing.
Il servizio di Casa “San Giuseppe” è portato avanti da 8 educatori, 1 personale ausiliario e 1 volontario in servizio civile.

Sogni per il futuro

Il nostro sogno per i prossimi anni è quello di fare in modo che la comunità cittadina e parrocchiale percepiscano sempre più Casa “San Giuseppe” come un luogo da abitare, con cui condividere progetti. Stiamo lavorando ad una rete di volontari e altre risorse educative presenti sul nostro territorio perché i nostri ragazzi possano diventare veramente protagonisti del loro percorso di crescita.

Il perché della nostra presenza a Genova

L’Opera Don Guanella a Genova accoglie ragazzi in difficoltà, per offrire loro un ambiente sereno e familiare, stimolante per la crescita.

Breve storia

La presenza dei Servi della carità a Genova risale al 1951, quando la Congregazione acquistò l’immobile noto come Villa Doria dell’Olmo per realizzare una struttura di accoglienza per i religiosi in transito tra l’Italia e l’America Latina dove la congregazione stava sviluppando le proprie opere missionarie. Nell’arco di pochi anni la vocazione cambiò radicalmente e la casa divenne una comunità per ragazzi prima nella forma di Collegio poi nella forma più moderna di CEAS (Comunità Educativa Assistenziale ad alta intensità educativa e ad integrazione sociosanitaria (CEAS).
La comunità religiosa anima e guida la vita della Casa e l’erogazione dei servizi di accoglienza e socio-educativi per i minori, nell’ambito delle autorizzazioni al funzionamento e in regime di accreditamento e convenzionamento con diverse istituzioni liguri e non solo. La stessa comunità è in stretto rapporto con la Chiesa locale e sostiene alcune parrocchie della Diocesi genovese: i sacerdoti svolgono infatti il loro ministero nelle chiese del territorio.

Servizi presenti

La Casa dell’Angelo è organizzata in cinque servizi: quattro comunità per minori e una comunità diurna.

Le Comunità per minori accolgono 6 o 7 ragazzi, solo maschi; mentre nella Comunità Diurna sono presenti 10 ragazzi, maschi e femmine.

Collegati alla Casa ci sono inoltre due Alloggi giovani, uno di proprietà dell’Opera Don Guanella, nel quale vivono tre ragazzi tra i 18 e 23 anni e uno messo a disposizione da una parrocchia nel quale vivono un giovane 23enne e una mamma in difficoltà.

Pertanto i servizi residenziali contano 30 bambini e ragazzi, il servizio semiresidenziale conta 10 minori.

Il personale dipendente è suddiviso tra educatori e addetti ai servizi generali e alla cucina.
Gli educatori sono 15, di cui 10 assunti a tempo indeterminato e 5 assunti a tempo determinato; 5 sono uomini e 10 donne.
Il personale addetto ai servizi generali e alla cucina è composto da 5 dipendenti a tempo indeterminato e un dipendente a tempo determinato. Fra questi tre sono full time e tre sono part-time. Sono tutte donne. Due sono cuoche che si alternano tra la mattina e la sera e le altre sono addette alle pulizie, alla lavanderia e aiuto cuoche quando necessario.

Dicono di noi

«Vivo alla Casa dell’Angelo da quasi tre anni; sicuramente desidererei vivere con la mia famiglia a casa mia ma qui ho trovato una casa e delle persone che mi vogliono bene. Mi trovo bene e posso pensare al mio futuro» (Sandro).

«Posso riassumere tutto in poche parole: arrivi che sei piccolo, impaurito, spaesato, solo… vivi all’interno per anni, vedendo un mondo nuovo fatto di regole e ambizioni mai avute e mai volute. Trovi una casa, dei riferimenti affettivi, ma non sai se fidarti. Ti parlano di famiglia, ti affidi ma ancora non capisci tutto. Poi gli anni passano e grazie a questa esperienza tutto quello che ti è stato trasmesso esce fuori, ed esce in modo feroce, ti rendi conto che gli anni che pensavi di aver perso dentro una “galera” sono stati essenziali per essere la persona che sei oggi. Gli affetti che hai instaurato lì dentro, te li porti dietro tutta la vita» (Massimiliano, dai 14 ai 17 anni alla Casa dell’Angelo).

«Mio figlio è stato alla Casa dell’Angelo per 9 mesi, aveva 17 anni. Nonostante sia arrivata a conoscere la Casa dell’Angelo per vicende familiari dolorose, ho trovato in tutti gli operatori professionalità ma soprattutto umanità, che aiuta a credere in un futuro migliore per tutti. Potrei fare un romanzo per tutti ma per te [rivolgendosi all’educatore che ha seguito da vicino il figlio dopo l’esperienza alla Casa dell’Angelo] potrei arrivare alla Treccani» (Filomena).

«Da molti anni accolgo ragazzi della Casa dell’Angelo nel mio ristorante per aiutarli a capire com’è fatto il mondo del lavoro e della ristorazione. Sono giovani, un po’ incuriositi e un po’ spaventati. C’è che si capisce subito che non farà mai questo mestiere, mentre altri sono già diventati degli stimati colleghi. Che dire? Sono sempre ragazzi educatissimi e non li ho mai sentiti parlare male degli educatori che li seguono alla Casa dell’Angelo. È una realtà straordinaria, di quelle di cui vorresti far parte: quando sei alla Casa dell’Angelo respiri un’aria di famiglia e di serenità che neanche a casa tua la trovi così facilmente» (Mario, imprenditore).

Sogni per il futuro

Tanti sono i sogni per il futuro che vorremmo realizzare. Per quanto riguarda i locali interni, vorremmo rinnovare il mobilio delle camere dei ragazzi e del guardaroba, per rendere più funzionali e belli gli arredi ormai logori; rifare gli infissi della mansarda che hanno dei seri problemi di tenuta e isolamento; realizzare una sala musicale.
Per gli spazi esterni, occorre ristrutturare la stalla e sistemare l’area circostante per raccogliere le acque piovane, consolidare la strada e potenziare l’attività zootecnica.
Sul fronte degli impianti, è importante realizzare una centrale termica a biomasse e un pozzo per l’acqua sanitaria/tecnica e agricola.
Per quanto riguarda la nostra Cooperativa “Pane e Signore”, vorremmo realizzare una pizzeria da asporto/rosticceria a Sestri per favorire l’addestramento professionale dei ragazzi, il loro inserimento lavorativo e per sostenere la Cooperativa; inoltre è in progetto di avviare un punto vendita sempre a Sestri per gli ortaggi e le conserve, facendo quindi decollare l’attività di trasformazione e di produzione delle conserve. Vorremmo inoltre realizzare una stazione di raccolta e trasformazione del rifiuto verde urbano in biomasse per il riscaldamento della Casa.

Il perché della presenza a Gatteo

La nostra presenza in questo luogo è frutto di un incontro provvidenziale tra don Guanella e don Ghinelli nel 1901: il nostro Santo continuò e potenziò l’impegno dell’amico in favore dei più bisognosi.

Breve storia

Don Luigi Ghinelli, nato nel 1848 e ordinato sacerdote nel 1876, comincia a raccogliere i primi ragazzi a Sant’Angelo per toglierli dalla strada e insegnare loro un mestiere, fondando un piccolo laboratorio artigianale di fiammiferi. Qualche anno più tardi il sacerdote trasferisce il piccolo laboratorio prima a casa sua e poi in un modesto edificio con terreno donatogli da una nobildonna di Gatteo. Nel 1888 l’autorità diocesana approva l’ “Istituto Fanciulli Poveri”, mentre nel 1892 vengono inaugurati nuovi edifici in paese. Nel 1901 il sacerdote incontra don Guanella a Milano, al quale poi cederà il proprio Istituto ben avviato. Don Ghinelli muore nel 1909. Nel 1908 don Guanella inizia la costruzione dell’ospedale e del ricovero maschile per gli anziani e gli invalidi. I lavori proseguirono con la costruzione del ricovero femminile e dell’abitazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Nel 1952 viene iniziata la scuola di avviamento professionale di tipo industriale e nel 1980-81 la scuola ospita 300 alunni.

Servizi presenti

La casa offre un Centro socio riabilitativo residenziale (CSRR), una struttura residenziale ad alta intensità assistenziale riabilitativa per persone disabili non autosufficienti e non autonome, che accoglie fino ad un massimo di 18 posti. I Gruppi appartamento (GA) sono una struttura integrata residenziale che accoglie soggetti adulti con disabilità fisiche, psichiche o sensoriali in forma stabilizzata e con discreta autonomia, fino a un massimo di 12 posti.
Il Centro socio riabilitativo diurno (CSRD) è una struttura non residenziale che accoglie giornalmente soggetti con compromissione dell’autonomia delle funzioni elementari per i quali non è stato possibile effettuare interventi di inserimento nell’ambito sociale, lavorativo o scolastico. Il CSRD è costituito da due moduli “Parsifal” e “La Rotella”, entrambi con una capacità ricettiva di 20 posti.

La Casa accoglie 29 ospiti nel Centro Residenziale e 30 ospiti nel Centro Diurno.
L’Istituto ha 45 dipendenti.

Il perché della nostra presenza a Novara

L’Opera Don Guanella a Novara accoglie ragazzi in difficoltà, in modo particolare i minori stranieri non accompagnati, per offrire loro un ambiente sereno e familiare.

Breve storia

Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, viene avviato l’Istituto “Beato Pacifico” a Cerano per bambini orfani di guerra. Negli anni Sessanta dello scorso secolo è attivata l’accoglienza ai minori in semi-residenzialità con la scuola elementare parificata. Nel 1991, venuta meno l’esigenza del servizio erogato, nasce una comunità terapeutica che cesserà l’attività nel 2007. Nel 1997 si dà l’avvio a due comunità per minori stranieri non accompagnati. Ritenendo la sede di Cerano non adatto a soddisfare le caratteristiche tipiche di uno stile famigliare, in collaborazione con l’ATC (Azienda Territoriale Case), il 17 dicembre 2011 viene inaugurata la nuova sede della Comunità “Samuel” a Novara, all’interno della Cascina Rasario.

Servizi presenti

La comunità offre tre servizi: la Comunità Educativa Residenziale “Samuel”, il Gruppo Appartamento “La Cascina” e il Progetto Autonomia “La Casa”.

La Comunità Educativa Residenziale “Samuel” accoglie 8 minori di sesso maschile, con altri 2 posti per casi di emergenza.

Il servizio si caratterizza per una forte attenzione all’età adolescenziale, in risposta a bisogni di aiuto alla crescita e alla definizione di una propria identità e parallelamente, si favoriscono percorsi orientati all’autonomia, che permettono di affacciarsi all’età adulta.

Il Gruppo Appartamento “La Cascina” accoglie 5 ragazzi fra i 16 e i 18 anni orientati ad esperienze di maggiore autonomia. I ragazzi, provenienti in genere da permanenza in comunità residenziale, sono maggiormente accompagnati ad un reinserimento sul territorio e per loro si attuano progetti alternativi di avviamento al lavoro e di emancipazione socioeconomica ed abitativa.
Il Progetto Autonomia “La Casa” è destinato ad accogliere e accompagnare tre maggiorenni in totale autonomia abitativa, economica e socio relazionale.

Il punto di forza della nostra strategia educativa è il lavoro in equipe. L’equipe educativa è composta da un direttore, un coordinatore, 4 educatori, 1 psicologo, 2 personale ausiliario di servizio / cucina.

Sogni per il futuro

Nel futuro puntiamo di promuovere i progetti di “Social Housing Comunitario”, “Social Housing per Gestanti e Mamme con Bambini” e l’ “Unità Abitativa per Persone Disabili”.
Il progetto “Social Housing Comunitario” si rivolge a persone in situazione di emergenza abitativa per le quali è prevedibile un’autonomia nel breve e medio periodo, per tamponare il momento difficile, attivando soluzioni alternative a supporto da parte dei Servizi sociali territoriali.
Il progetto di servizio “Social Housing per Gestanti e Mamme con Bambini” si rivolge a donne gestanti o con bambini in situazione di emergenza sociale come vittime di maltrattamento o prive di sostegno familiare, per fornire loro un accompagnamento affettivo ed educativo, per una riappropriazione del loro valore di donna e persona, anche attraverso la condivisione della propria esperienza e della sofferenza.
Il progetto “Unità Abitative per Persone Disabili” punta invece a rispondere ai bisogni di autonomia sociale nel settore della disabilità, strettamente collegate con azioni di supporto e di assistenza alla vita quotidiana delle persone disabili adulte con diverse tipologie di problematiche.

Il perché della nostra presenza nella Casa Divina Provvidenza di Como

La Casa “Divina Provvidenza” a Como è la Casa Madre dei Servi della Carità, la prima fondazione di carità di don Luigi Guanella. Per don Guanella doveva essere una sorta di «Arca di Noè», aperta a tutti i bisogni urgenti dei più poveri e bisognosi, un «asilo aperto a tutte le disgrazie».

Breve storia

L’intento di don Guanella era, come soleva dire, «di far un po’ di bene e il miglior bene possibile» e desiderava portare la sua opera da Pianello Lario a Como, capoluogo di provincia e sede episcopale. L’occasione si presentò nel 1885, dopo l’incontro con il prefetto Carlo Guala. Don Guanella voleva aprire una casa per le ragazze che andavano a servizio presso le famiglie abbienti della città lariana: il prefetto trovò l’idea buona e decise di appoggiarla anche presso l’autorità ecclesiastica. La scelta del fabbricato cadde su “Casa Biffi” in via Santa Croce 22, denominata in seguito via Tommaso Grossi.
La sera del 5 aprile 1886, un piccolo gruppo composto da due suore (Maria Mambretti di Morbegno e Martina Silvetti di Pianello Lario) e alcune orfanelle, con poche suppellettili, lasciava in barca Pianello Lario alla volta di Como, approdandovi il mattino seguente.
La stessa mattina, don Guanella e suor Marcellina Bosatta raggiungevano la piccola comitiva arrivata a Casa Biffi. Verso metà maggio del 1886 anche suor Chiara Bosatta entrò nella comunità, mandata da don Luigi quale vice superiora e madre maestra delle novizie: resterà solo fino al mese di dicembre, poi gravemente ammalata tornerà a Pianello Lario.
I primi ospiti della Casa, oltre alle religiose e alle orfanelle giunte da Camlago, furono giovani aspiranti domestiche, qualche filandiera e studentesse bisognose d’alloggio per la frequenza della scuola in città.
Gli inizi furono molto difficili ma, animato da una incrollabile fiducia nella Provvidenza, don Guanella non si scoraggiò mai, e riuscì in breve tempo a consolidare e sviluppare la sua istituzione di carità.
La vita quotidiana era intessuta di preghiera, lavoro, scuola, momenti di svago e ricreazione, passeggiate; segnata spesso dalle quatto F: fame, freddo, fumo, fastidi.
Nel 1888 fu avviato anche il reparto maschile. Accanto a loro vennero inseriti via via anche ragazzi privi spesso di appoggi materiali e familiari, bisognosi di un’istruzione e dell’apprendimento di un mestiere. Per loro nascono i laboratori artigianali, come la calzoleria, il falegname, il legatore di libri, il panieraio e la tipografia. Ai ragazzi si aggiunsero presto gli anziani.
Mancava una chiesa e in sostituzione della piccola cappella interna, ormai diventata insufficiente, don Guanella sottopose al vescovo Andrea Ferrari il progetto, il quale «volle che la Chiesa si levasse colla porta sulla via, fosse più vasta e si dedicasse al Cuore di Gesù», destinandola anche al culto pubblico e favorendo così il proiettarsi della Casa verso la realtà esterna. Nel novembre 1891 iniziarono gli scavi per le fondamenta che proseguirono con celerità. Il 19 aprile 1892 mons. Ferrari ne benediva la prima pietra; il 1 gennaio 1893 vi fu celebrata la prima Messa solenne e il successivo 6 aprile fu consacrata.
Don Guanella riservò anche un’attenzione particolare ai sacerdoti anziani, ospitandoli in una nuova ala dell’edificio inaugurata il 30 novembre 1892.
Secondo quanto riportava il primo numero del bollettino della Casa, La Divina Provvidenza alla fine del 1892 i ricoverati avevano superato il numero di 200 e la sezione maschile si presentava assai variegata. Don Guanella nel 1894 aveva riservato un “quartierino” nella Piccola Casa ai sordomuti della città e della provincia di Como.
Nel 1897 venne inaugurata la sezione della casa per i chierici e la sala operatoria.
Il massimo sviluppo della Casa venne raggiunto tra il 1887 e il 1897, tanto da richiedere l’acquisto dell’ex filanda Binda, in località Lora (poi denominata Casa “Santa Maria della Provvidenza”), dove venne trasferito il reparto femminile, riservando così la sede di Como a quello maschile.

Servizi presenti

La Casa Divina Providenza, adeguandosi ai tempi, continua ad essere presenza di carità nel cuore della città di Como. Oggi si individuano tre aree principali: l’area assistenziale-infermieristica, l’area delle nuove povertà, l’area pastorale.

L’area assistenziale – infermieristica

La presenza e l’azione legata a questo settore è inerente e rivolta alle persone anziane, già accolte ai tempi di don Guanella; iniziato con una assistenza legata ai loro bisogni primari e portata avanti totalmente dai religiosi della casa, soprattutto i fratelli coadiutori, con il trascorrere del tempo, anche per le condizioni di salute sempre più complesse dei nostri ospiti, sono subentrate figure professionali per qualificare sempre meglio il servizio dal punto di vista medico-infermieristico, fisioterapico e pedagogico-animativo: medici, infermieri professionali, assistenti, educatori che seguono quotidianamente con amore e competenza le persone anziane. La RSA offre 106 posti.

L’area delle nuove povertà

Oggi la Casa “Divina Provvidenza” è attenta alle nuove povertà, in particolare i migranti e i senza fissa dimora. Il servizio di accoglienza a favore dei giovani migranti, soprattutto dall’Africa e di alcuni paesi asiatici, inizia nel 2014; due anni dopo in seguito a un afflusso straordinario di migranti si apre la struttura a favore dei minori non accompagnati trasformato poi nel Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) attuale. All’interno del nostro CAS sono presenti 18 ospiti, provenienti dall’Africa e dall’Asia, di età compresa tra i 20 ed i 38 anni. Frequentano corsi per apprendere la lingua italiana, per arrivare poi alla licenza di terza media: uno di loro sta frequentando il corso ASA, un altro sta facendo il volontario in Croce Azzurra, un terzo sta svolgendo all’interno della Casa il Servizio Civile.
Una buona parte di loro fanno i raider a Milano. Un episodio da segnalare è la scelta di un ragazzo pakistano che ha deciso di destinare il proprio “pocket money” (quota destinata mensile ad ogni migrante) alla Protezione Civile per l’emergenza Covid.
Abbiamo dato origine a una squadra di calcio a sette, l’ASD Don Guanella, iscritta al campionato dilettanti nella provincia di Como, con partite che si disputano sul territorio Lombardo. L’attività sportiva della “SDA Don Guanella” è un modo interessante per rendersi visibili alla città, oltre che per offrire momenti di divertimento, svago e socializzazione. Questi giovani si sentono molto radicati nel tessuto sociale e civile italiano; la loro intenzione è di ottenere il permesso di soggiorno e fermarsi in Italia per vivere la loro vita.
Il servizio di accoglienza per i senza fissa dimora inizia in Casa “Divina Provvidenza” in modo strutturale ed organizzato nel 2017. Il “Tetto della Carità” accoglie uomini senza fissa dimora o in gravi situazioni di marginalità, disponibili a condividere un percorso educativo specifico volto al reinserimento sociale. L’accoglienza non ha una durata identica per tutti, ma è definita in base al progetto di ciascuno.
Non si offre solo un pasto caldo e un letto pulito per dormire, ma un itinerario di recupero condiviso, che riguarda tutte le dimensioni della persona, in modo che ad essa sia restituita la propria dignità in tutti i suoi aspetti. Il servizio viene svolto 24 ore su 24 ore per 365 giorni l’anno. Sono messi a disposizione 14 posti letto. Sono presenti spazi per colloqui individuali, per attività di laboratorio, per la cura e custodia del proprio corredo e per la socializzazione. Seguendo la specificità del carisma di San Luigi Guanella molta importanza viene data alle attività di vita quotidiana. Agli ospiti viene richiesto di essere attivi collaboratori secondo le proprie capacità, possibilità e attitudini. Vengono ricercate e favorite collaborazioni con associazioni, aziende e organizzazioni del territorio che promuovono percorsi formativi di tipo artistico, ludico, espressivo e occupazionale. Il “Tetto della Carità” ha la capacità di accoglienza di 12 adulti in difficoltà.

L’area liturgico–pastorale

Il settore liturgico-pastorale è strettamente connesso al Santuario del Sacro Cuore, punto spirituale importante per la città e la chiesa di Como e centrale per tutta l’Opera Don Guanella.

Le persone che entrano nella nostra chiesa per pregare e venerare San Luigi Guanella e la Beata suor Chiara Bosatta, hanno la possibilità di incontrare i sacerdoti disponibili alle confessioni o alla direzione spirituale e assistere alle celebrazioni eucaristici.

Accanto al Santuario, nel 2008 è stato allestito il Museo “Don Luigi Guanella”, dove è possibile conoscere la vita, le opere, il carisma di questo grande testimone della carità.
Non dimentichiamo anche la rivista La Divina Provvidenza, fondata dallo stesso don Guanella, che porta a conoscenza dei fedeli, degli amici e dei benefattori, di quanto viene attuato oggi nella fedeltà al carisma guanelliano.
Per portare avanti questi servizi, oltre ai religiosi della comunità, abbiamo 104 operatori della casa (esclusi cucina e lavanderia in quanto questi servizi sono stati esternalizzati).